Vorrei amarti (Italian Edition) by Doris J. Lorenz

Vorrei amarti (Italian Edition) by Doris J. Lorenz

autore:Doris J. Lorenz [Lorenz, Doris J.]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2015-04-26T22:00:00+00:00


18

Alejandro

Layla non le aveva detto tutta la verità.

Nabiria e Diablo probabilmente non ce l'avrebbero fatta.

Solo il pensiero di cosa rappresentasse per me Dago, il mio cavallo. Sentii sulla pelle la stessa disperazione che avevano ora Consuelo e Layla.

Sarebbe stato difficile piazzarsi alle selezioni senza un cavallo che si conosce bene e Layla rischiava di perdere ancora una volta la borsa di studio ed essere espulsa dalla facoltà.

Non aveva avuto una vita facile, fino a quando era arrivata a Salamanca, ma ora sembrava che in pochi mesi, il destino si fosse ancora una volta preso gioco di lei e tutti le dovevamo tanto.

Io più degli altri, era stata lei che aveva incoraggiato Consuelo, spingendola a cambiare e a credere in se stessa.

Io e Rafael non ne eravamo stati capaci, lei aveva indirettamente aiutato anche me a cambiare stile di vita: mi aveva messo davanti a quello che stavo per perdere.

Ero grato a Layla e dovevamo trovare il modo per rimettere in sesto il maneggio.

Ero pronto a fare la mia parte.

“Andiamo a casa” dissi, avvicinandomi alle due ragazze, strette in un abbraccio disperato.

Consuelo piangeva e non riusciva a frenare la sua amarezza.

Lo stress dell'incidente, il dolore e tutto il resto, l’avevano distrutta.

Non l'avevo mai vista così abbattuta ed ero certo ci fosse dell'altro.

Juan era stato vago sull'incendio, ma io ero certo che fosse doloso e forse, sapevo anche chi c'era dietro.

Dovevo affrontare Monica e farla parlare.

“Sei sicuro che stai bene?” mi chiese Consuelo per l'ennesima volta, mentre tornavamo al maneggio.

“Sì e sono certo di essere svenuto mentre mi tiravate su”.

“Rafael e Ares ti hanno tirato su” disse Consuelo.

Le presi una mano e gliela strinsi forte, poi la portai al petto.

“Pensavo di non farcela” le confidai, guardandola nella penombra dell'abitacolo dell'auto di Juan.

“Anche io, senza di te... mi hai salvato la vita” mi disse, con gli occhi ancora una volta pieni di lacrime.

“Ho solo salvato parte della mia, senza di te non avrei più vissuto una vita completa. Il solo pensiero che sono due anni che ti sto accanto e non l'avevo capito, mi fa sentire il re degli imbecilli” poi mi spostai un po' sul sedile per prendere la striglia. “Certo, che essermi ricordato che questa era la tua preferita e che la consideri un portafortuna, potevo anche risparmiarmela e saremmo usciti dalla selleria prima di rischiare entrambi la vita”.

Lei la prese e se la stinse al petto.

“È stato un gesto bellissimo”.

“Sì, ma da fuori di testa”.

“Sei sempre stato un po' deficiente, non credo che il tempo ti cambierà in meglio” ma vederla sorridere, dopo quella battuta, mi fece capire che si poteva ricominciare.

Juan mi aveva detto che la scuderia era inagibile.

I cavalli cerano tutti ospitati nel campo coperto.

Dovevamo rifare tutto. Consuelo non aveva afferrato questa realtà e non era pronta a vedere quello che ci si parò dinanzi, quando fummo di nuovo al maneggio o meglio, a quello che ne restava, ed io non ero riuscito a prepararla prima del nostro arrivo.

“Ma non possiamo entrare?” disse, quando vide che i pompieri



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